La grafica per i non vedenti: vedere con mano. 
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Progettazione di esperienze multisensoriali.

Questo è il lavoro progettuale della mia tesi, che si è posta come tentativo di attribuire alla progettazione grafica il medesimo ruolo di mezzo di comunicazione sia per i vedenti sia per le persone con deficit visivo, proponendo la creazione di atmosfere esperienziali, supportate dalla potenzialità multisensoriale

Ho realizzato un cofanetto che contiene 21 tavole progettuali dove ho tradotto in un linguaggio per non vedenti alcuni prodotti grafici dei più importanti graphic designer del Novecento e tre opere d'arte.
Ho utilizzato diversi materiali, quali cartoncini Fedrigoni, carte Favini, imbottiture, glass colour, carte adesive opache e lucide, legno, lana, essenze profumate.
La scatola si chiama Vistattile: vista + tattile, vis/roboris = la forza del tatto

La fustellatura sul coperchio rappresenta l'occhio, attraverso il quale però il vedente non riesce a scorgervi nulla: è l'esperienza della visione cieca. L'occhio diviene mano che tocca: infatti il foro diventa una maniglia per aprire la scatola, all'interno della quale si trovano le tavole progettuali.
Oggi si cambia pelle, Silvio Coppola (1969)
Siamo pronti a cambiare: oggi è ancora meglio di ieri. Oggi c’è Skabra. Viva, incisa, varia, interessante, veste della sua novità superfici, piani, mobili, pareti. Skabra, la finitura insolita che ci rivela ancora altre possibilità del laminato plastico Formica. Guardarla, toccarla dà già delle idee. Per vedere in mano vostra tutte le alternative che Skabra vi offre per scegliere i colori e studiare gli accostamenti chiedeteci il campionario completo. Basta scrivere su una cartolina il vostro indirizzo e il nome di «Skabra».
Bob Dylan, Milton Glaser (1966)
“La storia del mio poster su Bob Dylan che avete usato per la vostra copertina è semplice. Nel 1966 John Berg, un art director della Columbia Records, mi chiamò per assegnarmi il lavoro. Tornato in studio, presi ispirazione da un collage di Marcel Duchamp: un piccolo autoritratto molto intenso, anche se semplicissimo, fatto con un cartoncino nero nel quale era stato ritagliato il profilo, poi incollato su un fondo più luminoso. Del poster furono prodotte sei o sette milioni di copie, inserite nell’ultimo album di Bob Dylan prodotto dalla Columbia Records, Bob Dylan Greatest Hits. Ancora oggi, dopo tanti anni, non passa giorno senza incontrare qualcuno che mi dice: Lei è quello che ha fatto il poster di Dylan, vero? Le dirò un piccolo segreto, ce l’avevo attaccato sul muro della mia stanza, al college.
Non sono mai riuscito a capire perché certe immagini continuano a rimanere nella nostra cultura, mentre altre scompaiono senza lasciare traccia”.
L’immagine disegnata da Milton Glaser resta per sempre nella nostra cultura proprio perché, come disse lui stesso: “Ciò che è più avvincente per me, circa l’atto del disegnare, è che diventi cosciente di quello che stai guardando solo attraverso il tentativo di disegnarlo”.
Olivetti Lettera 22, Giovanni Pintori (1952)
Glas, Emil Ruder (1955)
AEG Elektrische Uhren, Peter Behrens e Louis Oppenheim (1912)
Untitled, Max Bill (1967)
Poster designed for a Zurich newspaper, Josef Müller Brockmann (1971)
Beethoven, Josef Müller Brockmann (1971)
UCLA Extension Winter, Paul Rand (1990)
Idea Special Issue cover, Paul Rand (1984)
The Prepared Professional, Paul Rand (1982)
Communication & Print, Tanaka Ikko (1991)
Progressive Journalists, Mieczysław Wasilewski (1978)
La Rinascente logo, Max Huber (1950)
Copertina Stile Industria, Albe Steiner (1954)
Alfieri & Lacroix, Franco Grignani (1964)
Se dovessimo fare la storia dell’Industria grafica italiana, ci accorgeremmo che l’Alfieri & Lacroix vi occupa un posto di grande protagonista. Dovremmo innanzitutto ricordare che essa è stata la prima vera scuola di questa specializzazione, un seminario da cui sono usciti i migliori e più affermati fotomeccanici italiani. Lo sviluppo di questa azienda può praticamente dividersi in due parti, le quali portano rispettivamente i nome di due uomini che ad essa hanno dato l’importanza delle loro forti personalità: Edoardo Lacroix, il fondatore; Dario Morani, il ricostruttore.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Alfieri & Lacroix arriva così a svolgere in modo autonomo e completo tutto il ciclo di lavorazione grafica, dalla fotografia alla fotoincisione, dalla composizione manuale e meccanica alla stampa in tipo e lito ed alla legatoria. Egli può organizzare anche un vasto programma editoriale con collane di opere d’arte, opere sui musei e sui monumenti e dedicarsi in particolare alla creazione di originali calendari rustici, che personalmente studia ed elabora sia nella sostanza che nella forma, rivelando una competenza professionale ed una preparazione culturale eccezionali. E’ lui stesso autore tra l’altro di un “Dizionario dei pittori pavesi” e di una raccolta di poesie in dialetto della sua città. Sotto la sua guida l’Alfieri & Lacroix ha trovato quel sano spirito di collaborazione che dovrebbe dovunque sussistere tra dipendenti e datori di lavoro.
Pure Wool Logo, Franco Grignani (1964)
Cassina, Giulio Confalonieri e Ilio Negri (1960)
Si tratta di una pagina pubblicitaria pubblicata sulle più importanti riviste di architettura e design dell'epoca.
Heart, Keith Haring (1987)
Taglio, Lucio Fontana (1946)
Ho voluto promuovere con questa tesi un design grafico basato su un impegno meritorio dal punto di vista sociale. Sono fermamente convinta, infatti, che il progettista debba tenere in seria considerazione le questioni etiche e morali, dato che la sua professione è calata nella comunità e quindi comporta un ruolo di responsabilità.

Noi graphic designer possiamo fare della grafica un’arte educativa e ragionata, facendo di questa professione una linguaggio universale.

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